QUALE
LEGGE REGOLA QUESTE AGEVOLAZIONI?
L’ABI, in collaborazione con il
Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei
ministri, il Ministero dello sviluppo economico, d’intesa con le associazioni imprenditoriali
di categoria maggiormente rappresentative delle imprese (Confindustria, Confapi,
Rete imprese Italia, Alleanza delle cooperative italiane) ha sottoscritto il 4
giugno 2014 un Protocollo d’intesa.
COS’E’?
Un
quadro di interventi per favorire l’accesso al credito delle imprese femminili
nelle diverse fasi del loro ciclo di vita ovvero della vita lavorativa delle
libere professioniste.
COME
FUNZIONA?
Il Protocollo prevede che ogni banca e
intermediario finanziario, che ha sottoscritto il Protocollo stesso, metta a
disposizione delle imprese femminili e delle lavoratrici autonome uno specifico
plafond finanziario, destinato alla concessione di finanziamenti, a condizioni competitive,
lungo le seguenti tre linee direttrici:
“Investiamo
nelle donne” – finanziamenti finalizzati a realizzare nuovi investimenti, materiali
o immateriali, per lo sviluppo dell’attività di impresa ovvero della libera professione;
“Donne
in start-up” – finanziamenti finalizzati a favorire la costituzione di nuove
imprese a prevalente partecipazione femminile ovvero l’avvio della libera
professione;
“Donne
in ripresa” – finanziamenti finalizzati a favorire la ripresa delle PMI e
delle lavoratrici autonome che, per effetto della crisi, attraversano una
momentanea situazione di difficoltà.
A
CHI SI RIVOLGE?
Destinatarie dei finanziamenti,
concessi dagli intermediari finanziari, a condizioni competitive rispetto alla
normale offerta presente sul mercato in relazione ad operazioni simili e con lo
stesso grado di rischio, sono: le piccole e media imprese (PMI), così come
definite dalla normativa comunitaria, a prevalente partecipazione femminile.
Per imprese a prevalente partecipazione femminile si intende:
1.
l'impresa individuale in cui il titolare è una donna;
2.
le società di persone con maggioranza numerica di donne non inferiore al 60%
dei soci;
3.
le società di capitali nelle quali le quote di partecipazione al capitale sono
per almeno i 2/3 di proprietà di donne e gli organi di amministrazione sono
costituiti per almeno i 2/3 da donne;
4.
le cooperative con maggioranza numerica di donne, che non deve essere inferiore
al 60% dei soci.
le
lavoratrici autonome, comprese le libere professioniste.
COME
ACCEDERE AI FINANZIAMENTI
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Dott. Paci Pierluigi
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